Sextortion: Proteggi la Tua Vita Digitale dalle Truffe Emotive
- Paolo Rappoccio
- 3 set
- Tempo di lettura: 3 min
l mondo digitale di oggi, dove la vita online e quella reale sono sempre più intrecciate, emergono minacce che vanno ben oltre i virus informatici. Una delle più insidiose è la sextortion, un ricatto che colpisce al tempo stesso la sfera economica e quella psicologica, sfruttando paura, vergogna e senso di isolamento.
Il meccanismo è semplice ma devastante. In alcuni casi le vittime vengono adescate sui social da profili apparentemente autentici, con foto, follower e interazioni reali. Dopo un periodo di scambio di messaggi, la conversazione si sposta su un piano più intimo fino a sfociare in videochiamate.

È qui che i criminali registrano immagini compromettenti e avviano il ricatto, minacciando di diffonderle a familiari, amici o colleghi se non viene pagato un riscatto, spesso richiesto in criptovalute o tramite app di pagamento all’estero. In altre situazioni la truffa avviene via e-mail: i criminali sostengono di aver installato un virus capace di controllare la webcam e di aver registrato momenti privati. In realtà, nella maggior parte dei casi non possiedono nulla, ma usano tecniche come lo spoofing – l’invio di e-mail che sembrano provenire dal nostro stesso indirizzo – per rendere la minaccia più credibile.
Le conseguenze della sextortion non si esauriscono nell’aspetto economico. L’impatto psicologico può essere molto profondo: ansia, perdita di autostima, isolamento sociale e, nei casi più gravi, crolli emotivi difficili da gestire. A destare ulteriore preoccupazione è il coinvolgimento dei minori. Secondo i dati della Polizia Postale, i casi che riguardano adolescenti sono in aumento, con richieste sempre più spesso finalizzate a ottenere materiale pedopornografico. I ragazzi, soprattutto nella fascia 12-17 anni, sono bersagli particolarmente vulnerabili: la loro inesperienza li porta a fidarsi più facilmente di chi si presenta come coetaneo, amico o persona “autorevole” online. In più, la paura del giudizio dei genitori e l’ansia di “aver sbagliato” spesso li spinge a non raccontare subito ciò che è accaduto, lasciandoli ancora più soli di fronte ai ricattatori. È quindi fondamentale che famiglie e scuola facciano la loro parte, accompagnando i ragazzi lungo un percorso di consapevolezza e fornendo loro il supporto e gli strumenti necessari per non rimarevittima di questa odiosa truffa.
Parlare apertamente dei rischi della rete, insegnare ai ragazzi a non condividere mai contenuti intimi, spiegare loro che possono sempre chiedere aiuto senza sentirsi colpevoli: questa è la vera barriera contro chi sfrutta l’ingenuità dei più giovani. Il modo migliore per arrivare a un utilizzo consapevole delle nuove tecnologia che faccia da primo firewall per i nostri ragazzi.
Chi si trova vittima di sextortion deve ricordare una regola fondamentale: non bisogna mai pagare. Pagare non garantisce la cancellazione dei contenuti, anzi alimenta nuove richieste. È invece essenziale rivolgersi subito alle autorità, conservare tutte le prove – chat, e-mail, screenshot – e segnalare eventuali pubblicazioni alle piattaforme digitali per ottenerne la rimozione. Anche strumenti come Google Alert possono aiutare a monitorare il web e a ricevere notifiche nel caso comparissero contenuti associati al proprio nome.
La prevenzione resta però la difesa più efficace. Diffidare dei contatti sconosciuti, evitare di condividere materiale intimo, coprire la webcam quando non serve e, soprattutto, insegnare ai più giovani a riconoscere i pericoli della rete sono gesti semplici ma che possono fare la differenza. La sextortion è una minaccia in crescita, e solo un approccio consapevole e informato ci permette di proteggere davvero la nostra vita digitale e quella delle persone a cui teniamo.




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